Modena 9 gennaio 1950. I fatti dell’eccidio delle fonderie riunite.


Modena 9 gennaio 1950

Le forze di polizia hanno ucciso stamane a Modena sei lavoratori,nel corso di selvagge cariche e durante una sparatoria,che per tre ore,fra le 10 e le 13,ha trasformato in un campo di battaglia le strade e le zone attorno alle Fonderie Riunite,durante lo svolgimento di una manifestazione di protesta contro l’industriale Orsi. Numerosi altri lavoratori giacciono nelle corsie dell’ospedale civile,feriti da pallottole al petto,alla testa,alle gambe:due di essi versano in condizioni gravissime,tanto che i medici si sono riservati la prognosi e si teme per la loro vita. Si contano a decine i feriti leggeri e i contusi,ed è pure elevato,per quanto al momento incontrollato,il numero degli operai fermati o arrestati.

Il numero dei feriti è salito a oltre 50. Fra essi un ragazzo di 16 anni. Le pallottole hanno lacerato i corpi dei morti e dei feriti,producendo fori del diametro di 3 o 4 centimetri,quali non vengono prodotti da pallottole normali. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che si siano usate pallottole esplosive.

Il Consiglio delle Leghe ha ordinato la continuazione sino a domani dello sciopero generale,che si era iniziato stamane alle 10,a Modena e in provincia,per protesta contro la “serrata”delle Fonderie Riunite.

Alle 10 in punto,tutte le fabbriche della provincia hanno sospeso il lavoro. I negozi hanno abbassato le saracinesche,tutti senza una sola eccezione.

Un lungo viale,intitolato al patriota modenese Ciro Menotti,porta dal centro della città alle Fonderie Riunite. E’ stato questo viale il teatro principale delle tristi gesta della polizia,la quale aveva disposto due sbarramenti a cento metri circa a destra e a sinistra dell’ingresso della fabbrica. Quando gli operai sono giunti presso uno di questi sbarramenti,essi sono stati accolti dal lancio di bombe lacrimogene senza alcun preavviso. Gli operai si stavano dirigendo verso la fabbrica per manifestare la loro volontà di lottare per la totale ripresa del lavoro. Il fumo degli spezzoni non impressionava,però,i lavoratori che rimanevano sul posto. A pochi metri dai cancelli,il passaggio a livello era chiuso. Transitava in quel momento un diretto proveniente da Milano,e la massa di manifestanti divisa in due dal treno. Spentosi appena il fragore delle ruote sui binari,echeggiavano i primi colpi di arma da fuoco. Due plotoni di carabinieri e uno di celerini intanto prendevano alle spalle altri gruppi di operai che si erano diretti verso i cancelli posteriori delle Fonderie. Il vice questore di Modena,Giuliano,ha diretto personalmente contro questi operai una carica,che si è conclusa con tre feriti e numerosi contusi. I parlamentari modenesi Ricci,Cremaschi,Borellini ed il sen.Pucci erano riusciti a farsi ricevere,dopo molte insistenze,dal Prefetto,al quale hanno chiesto che la polizia cessasse il fuoco.

“L’avete voluto voi-ha risposto il Prefetto ai 4 parlamentari- è stato un operaio a sparare per primo”.Il Prefetto forniva così personalmente la prima versione ufficiale dell’incidente la solita,assurda storia che viene ripetuta ogni volta che si vuol giustificare agli occhi dell’opinione pubblica il comportamento della polizia durante una manifestazione operaia.

 

Gianni Rodari